Analisi dell’ASN per i professori associati

Dopo avere analizzato in questo articolo alcuni dati relativi alle abilitazioni scientifiche dei ricercatori universitari, proviamo qui a completare l’analisi con corrispondenti dati relativi ai professori associati.

Conviene a questo proposito confrontare gli elenchi dei docenti di tutte le fasce al 31/12/2012 ed alla data attuale, per analizzare, oltre alle statistiche sul conseguimento delle abilitazioni, anche quelle relative ai passaggi di fascia.

I professori associati erano circa 16.150 alla fine del 2012. Di questi, poco meno di 8.300 hanno acquisito l’abilitazione alla I fascia nel corso di questi anni e circa 3.700 sono stati chiamati nel ruolo di ordinario. Pertanto, la percentuale di conseguimento dell’ASN è stata del 51%, ma poco meno del 22% (ovvero il 45% degli abilitati) sono stati chiamati.

A questi numeri si devono aggiungere i 465 docenti che hanno ottenuto in questi anni una doppia promozione, passando dal ruolo di ricercatore a quello di ordinario.

Come già rilevato per i ricercatori, la variabilità dei risultati tra gli Atenei è estremamente elevata e ancora una volta si manifesta la notevole ingiustizia legata alla diverse possibilità di avanzamento di carriera in funzione dell’Ateneo presso cui si presta servizio.

Le percentuali di conseguimento delle abilitazioni tra i professori associati in servizio al 31/12/2012 variano tra il 35% ed il 100%, con la maggior parte dei valori compresi tra il 40% ed il 60% (per 56 Atenei sui 73 considerati) e, come già detto, un valore medio del 51% (colonne in blu nell’istogramma che segue). Ancora più elevata appare tuttavia la variabilità nelle percentuali di chiamata, decisamente inferiori rispetto a quelle di conseguimento dell’abilitazione (colonne in giallo nell’istogramma). Prendendo a riferimento l’intera popolazione dei professori associati si ottengono infatti percentuali di chiamata comprese tra il 5% ed il 100%, con la maggior parte dei valori (66 Atenei sui 73 considerati) comprese tra il 5% ed il 35% (e con il già richiamato valore medio del 22%)

Osservando l’attuale popolazione dei professori associati (aprile 2019) si rileva che, tra i 21.120 docenti, circa 5.340 sono in possesso di abilitazione alla I Fascia (il 25% del totale). Tale percentuale comprende ovviamente coloro che erano già professori associati nel 2012 e che, pur avendo conseguito l’abilitazione alla I Fascia, non sono ancora stati chiamati (circa 4.650 professori) e anche i ricercatori del 2012 che, avendo conseguito una doppia abilitazione, sono stati chiamati alla II Fascia ma non ancora alla I (630 ex ricercatori).

Esaminando la “provenienza” degli attuali professori associati si vede inoltre che 9.450 (quasi il 45% del totale) erano ricercatori nel 2012 e hanno quindi ottenuto una promozione in questi anni, 9.660 (il 46%) erano già professori associati nel 2012 e solo 2.000 (circa il 9,5%) sono stati reclutati dall’esterno del sistema negli ultimi 6 anni.

La tabella che segue mostra i dati sopra discussi con riferimento ai singoli atenei.

Per chiunque fosse interessato, è disponibile un foglio elettronico nel quale sono stati registrati TUTTI i risultati dell’ASN (tutte le tornate e tutti i Settori Concorsuali) ed inoltre gli elenchi dei ricercatori, professori associati e professori ordinari in servizio negli Atenei italiani alla data attuale e nel 2012. Il foglio può essere richiesto inviando una email al mio indirizzo di posta elettronica enrico.napoli@unipa.it.

Ateneo Numero Abilitati al 04/2019 Numero Associati 31/12/2012 Percentuale Abilitati Numero Chiamati fino al 04/2019 Percentuale Chiamati (su abilitati) Percentuale Chiamati (su associati)
BARI 164 414 39,6 66 40,2 15,9
BASILICATA 53 111 47,7 11 20,8 9,9
BERGAMO 57 101 56,4 30 52,6 29,7
BICOCCA 149 149 100,0 63 42,3 42,3
Bocconi MILANO 56 97 57,7 18 32,1 18,6
BOLOGNA 458 838 54,7 203 44,3 24,2
BRESCIA 81 153 52,9 44 54,3 28,8
Ca' Foscari VENEZIA 94 169 55,6 47 50,0 27,8
CAGLIARI 127 292 43,5 67 52,8 22,9
CAMERINO 39 80 48,8 14 35,9 17,5
CAMPANIA - VANVITELLI 134 256 52,3 60 44,8 23,4
CASSINO e LAZIO MER. 54 88 61,4 6 11,1 6,8
CATANIA 180 393 45,8 84 46,7 21,4
CATANZARO 26 36 72,2 10 38,5 27,8
Cattolica del Sacro Cuore 156 332 47,0 73 46,8 22,0
CHIETI-PESCARA 100 198 50,5 46 46,0 23,2
della CALABRIA 107 216 49,5 34 31,8 15,7
FERRARA 102 186 54,8 38 37,3 20,4
FIRENZE 272 584 46,6 81 29,8 13,9
FOGGIA 47 91 51,6 26 55,3 28,6
GENOVA 174 404 43,1 79 45,4 19,6
INSUBRIA 66 109 60,6 31 47,0 28,4
IUAV di VENEZIA 38 74 51,4 19 50,0 25,7
IULM - MILANO 18 31 58,1 7 38,9 22,6
L'AQUILA 80 175 45,7 37 46,3 21,1
L'Orientale di NAPOLI 31 63 49,2 15 48,4 23,8
LUMSA - ROMA 10 19 52,6 5 50,0 26,3
Libera Univ. BOLZANO 20 33 60,6 11 55,0 33,3
MACERATA 32 79 40,5 13 40,6 16,5
Mediterrane REGGIO CAL. 31 74 41,9 8 25,8 10,8
MESSINA 131 315 41,6 72 55,0 22,9
MILANO 380 636 59,7 188 49,5 29,6
MODENA e REGGIO EMILIA 111 263 42,2 56 50,5 21,3
MOLISE 76 141 53,9 39 51,3 27,7
Napoli Federico II 400 705 56,7 179 44,8 25,4
PADOVA 342 635 53,9 140 40,9 22,0
PALERMO 182 437 41,6 70 38,5 16,0
PARMA 123 262 46,9 47 38,2 17,9
Parthenope di NAPOLI 45 76 59,2 21 46,7 27,6
PAVIA 132 273 48,4 50 37,9 18,3
PERUGIA 139 317 43,8 39 28,1 12,3
PIEMONTE ORIENTALE 62 110 56,4 33 53,2 30,0
PISA 259 501 51,7 129 49,8 25,7
Politecnica delle MARCHE 86 154 55,8 50 58,1 32,5
Politecnico di BARI 47 91 51,6 15 31,9 16,5
Politecnico di MILANO 216 363 59,5 130 60,2 35,8
Politecnico di TORINO 138 246 56,1 78 56,5 31,7
ROMA Foro Italico 17 21 81,0 5 29,4 23,8
ROMA La Sapienza 570 1152 49,5 162 28,4 14,1
ROMA Tor Vergata 171 323 52,9 79 46,2 24,5
ROMA TRE 138 240 57,5 77 55,8 32,1
S. Raffaele MILANO 27 31 87,1 20 74,1 64,5
SALENTO 111 193 57,5 15 13,5 7,8
SALERNO 170 308 55,2 61 35,9 19,8
SANNIO di BENEVENTO 37 65 56,9 13 35,1 20,0
SASSARI 92 210 43,8 11 12,0 5,2
Scuola Normale Sup. di PISA 3 3 100,0 1 33,3 33,3
Scuola Superiore Sant'Anna 19 30 63,3 19 100,0 63,3
SIENA 115 234 49,1 52 45,2 22,2
SISSA - TRIESTE 20 20 100,0 15 75,0 75,0
Stranieri di PERUGIA 8 19 42,1 3 37,5 15,8
Stranieri di SIENA 7 9 77,8 4 57,1 44,4
Suor Orsola Ben. - NAPOLI 18 29 62,1 9 50,0 31,0
TERAMO 30 61 49,2 15 50,0 24,6
TORINO 312 564 55,3 135 43,3 23,9
TRENTO 127 183 69,4 57 44,9 31,1
TRIESTE 90 237 38,0 12 13,3 5,1
TUSCIA 57 103 55,3 22 38,6 21,4
UDINE 97 191 50,8 36 37,1 18,8
Kore di ENNA 10 15 66,7 7 70,0 46,7
Urbino Carlo Bo 40 104 38,5 22 55,0 21,2
VALLE D'AOSTA 10 20 50,0 3 30,0 15,0
VERONA 107 189 56,6 41 38,3 21,7
Totale 8228 15924 51,7 3478 42,3 21,8

2 pensieri riguardo “Analisi dell’ASN per i professori associati

  • 28 Marzo, 2020 in 5:18 pm
    Permalink

    Con riferimento alla proposta di avanzamento di carriera da associato ad ordinario con i due requisiti dell’abilitazione e dell’anzianità di almeno 16-20 anni, sarebbe interessante conoscere quanti associati attualmente hanno entrambi i requisiti e che, quindi, potrebbero essere interessati alla proposta. Non credo siano molti. Ci sarebbero allora due letture: a) siccome sono pochi non è interessante fare la battaglia, oppure b) poichè sono pochi non sarebbe quel “todos caballeros” che magari molti criticherebbero. In ogni caso il costo dell’iniziativa sarebbe nullo e si gratificherebbero tante persone, spesso bloccate da situazioni locali ma riconosciute da una commissione nazionale degni di abilitazione alla fascia superiore.

    Risposta
  • 29 Marzo, 2020 in 12:30 pm
    Permalink

    Molte risposte alle mie stesse domande le ho trovate in un allegato ad una mail del prof. Ferraro, coordinatore del “Movimento per la Dignità della Docenza Universitaria” di fine anno 2019, le riporto per conoscenza di chi legge i post su questo blog (anche se, con molta probabilità, li conosceranno già)

    EMENDAMENTI PROPOSTI PER LA LEGGE DI BILANCIO
    IDONEI ANCHE PER IL DECRETO LEGGE 126 DEL 2019
    Complessivamente 5 emendamenti proposti
    16-12-2019

    OMISSIS

    Emendamento n° 5 – Normativa per la transizione dei Ricercatori a Tempo Indeterminato, e dei Professori di seconda fascia delle Università ad altro ruolo o fascia.
    Formulazione della proposta:
    Transizione dei ricercatori a tempo indeterminato e dei professori di seconda fascia delle università ad altro ruolo o fascia.

    4. I professori di seconda fascia in possesso della abilitazione scientifica nazionale alla prima fascia di cui all’art. 16 della Legge 30 dicembre 2010, n. 240 e con un’anzianità di almeno 16 anni, calcolata cumulando gli anni di servizio prestati in qualità di professori di seconda fascia e fino a un massimo di 8 anni svolti nell’eventuale ruolo di ricercatore a tempo indeterminato pregresso o altra figura precaria pregressa (assegni di ricerca ai sensi dell’art. 51, comma 6, della Legge 27 dicembre 1997, n. 449, o di assegni di ricerca di cui all’art. 22 della legge 30 dicembre 2010, n. 240, o di borse post-dottorato ai sensi dell’art. 4 della Legge 30 novembre 1989, n. 398, ovvero di analoghi contratti, assegni o borse in atenei italiani o stranieri), possono, a domanda, richiedere al proprio ateneo di essere valutati ai fini della immissione nella prima fascia del ruolo dei professori, ai sensi dell’art. 18, comma 1, lettera e). La valutazione si svolge in conformità agli standard qualitativi riconosciuti a livello internazionale individuati con apposito regolamento di ateneo nell’ambito dei criteri fissati con decreto del Ministro, sentito il CUN, da emanare entro 90 giorni dall’entrata in vigore della presente legge. Dette procedure non sono soggette alle limitazioni previste dall’art. 66, comma 13-bis, secondo periodo, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito con modificazioni dalla Legge 6 agosto 2008, n. 133.
    5. A seguito di positiva valutazione, i professori di cui al comma 4, sono inseriti nella prima fascia del ruolo dei professori assumendo tutte le funzioni di cui all’art. 6, comma 2, della Legge 30 dicembre 2010, n. 240. Per detti professori, nei primi 3 anni dall’immissione nella prima fascia del ruolo dei professori, il trattamento economico spettante è quello della progressione stipendiale della fascia di provenienza, a cui si aggiunge un assegno addizionale di valore pari alla media fra l’incremento che corrisponde al passaggio dalla classe 0 alla classe 1 e al passaggio dalla classe 1 alla classe 2 della retribuzione lorda della progressione stipendiale dei professori di prima fascia assunti secondo il regime della Legge 30 dicembre 2010 n. 240, e a quanto previsto nel DPR 15 dicembre 2011, n. 232. In tale triennio si applica alla progressione stipendiale della fascia del ruolo dei professori di provenienza quanto previsto dall’art. 8 e dall’art. 6, comma 14, della Legge 30 dicembre 2010, n. 240 e dall’art. 1, comma 629, della Legge 27 dicembre 2017, n. 205. A decorrere dal quarto anno la progressione stipendiale è quella dei professori di prima fascia, con riconoscimento giuridico del triennio pregresso ed effetti economici di tale riconoscimento a decorrere dal quarto anno stesso. La disponibilità delle risorse necessarie va garantita nella programmazione di cui all’art. 18, comma 2, della Legge 30 dicembre 2010, n. 240.

    6. I professori di cui al comma 5, durante il primo triennio di cui al comma 5 stesso, possono partecipare alle procedure di chiamata nella prima fascia del ruolo dei professori ai sensi sia dell’art. 18 della Legge 30 dicembre 2010, n. 240, in altre sedi universitarie o nella propria sede, sia dell’art. 24, comma 6, della Legge 30 dicembre 2010, n. 240, nella propria sede.

    OMISSIS

    Seguono note esplicative e motivazioni

    Per i Professori Associati (PA), questi sono in una situazione ben diversa, in quanto non sono in un ruolo a esaurimento, né sono in condizioni di essere sorpassati da alcuno, e di conseguenza potrebbe sembrare meno urgente o addirittura non necessario intervenire con provvedimenti al riguardo. Però, non è logico, né utile per l’Università e per il Paese, pensare di non dover offrire ai PA che abbiano già l’ASN (e sono già circa 10.000) e a quelli che l’avranno nei prossimi mesi o anni una reale possibilità di progressione di carriera. La loro fascia di appartenenza nel ruolo dei Professori è certamente altamente dignitosa e utile, tanto da non essere a esaurimento, ma ciò non significa che vi possano rimanere in eterno sentendosene appagati, per di più dopo aver già dimostrato di avere tutti i requisiti richiesti per progredire nella loro carriera. Non li si deve lasciare senza risposta, in una situazione di perenne attesa di soddisfazione delle loro aspettative. Ciò non può che ingenerare demotivazione, dannosa a lungo termine anche per l’Istituzione. Il Legislatore dovrebbe creare le condizioni per evitare tutto ciò, non solo nell’interesse dei singoli, ma anche nell’interesse dell’Istituzione, e di conseguenza di tutto il Paese.
    Pertanto, l’articolo proposto prevede per i PA che siano già in possesso dell’ASN e di quelli che via via l’acquisiranno, una carriera ordinata e temporalmente cadenzata che dia loro certezze per il futuro. Ai PA l’articolo offre prospettive dipendenti solo dalle loro capacità e dal loro merito a date certe, anche se differite nel tempo. Fermo restando il fatto che l’articolo proposto non prevede l’abolizione dei tradizionali concorsi a Professore Ordinario (PO), e pertanto ai PA che abbiano già l’ASN, o l’ottengano in futuro, resta la facoltà di partecipare a concorsi per PO nella loro sede o in altre, “accelerando” così la loro carriera rispetto alla cadenza temporale prevista nell’articolo. Facoltà che, peraltro, l’articolo lascia anche agli RTI.

    OMISSIS

    Infine, non si può chiedere né agli RTI né ai PA di avere pazienza e aspettare che, prima o poi, in base al turnover, vedranno riconosciuti i loro meriti: i più anziani degli RTI e dei PA corrono il rischio, molto concreto, di andare in pensione senza vedersi riconoscere i meriti della loro attività, ai quali unicamente tengono (giustamente), dato che i risvolti economici per loro proposti dall’articolo possono anche risultare modesti.
    Si passa ora alle risorse necessarie per dar corso all’articolo.

    OMISSIS

    Di tutti gli attuali 10.000 PA in possesso dell’ASN si stima che solo 6.000 possano avere realmente interesse alla norma (i PA molto anziani potrebbero essere danneggiati economicamente dalla norma e per questo motivo la norma è prevista solo a domanda dell’interessato), e di questi 6.000 circa 3.000 possano raggiungere nei primi 3 anni di applicazione i requisiti per utilizzare la norma che li riguarda, per un costo, nei primi 3 anni, in POM di 0.3 X 3.000 = 900 POM, corrispondenti a circa 105 milioni di euro annui.

    OMISSIS

    Infine, tutti i calcoli dei fabbisogni sono stati fatti nei termini convenzionali dei POM, che, come è noto, danno il valore medio di retribuzione su tutto l’arco della carriera, trascurando il fatto che moltissimi di quelli che beneficeranno delle norme, in termini di cassa, hanno già superato, con le retribuzioni in godimento, i valori medi delle retribuzioni della vecchia categoria di appartenenza. In termini di cassa, il bilancio globale, almeno per alcuni anni, è quindi più favorevole del bilancio convenzionale in POM.
    In conclusione, gli Atenei potranno ragionevolmente assicurare, senza risorse aggiuntive, sia tutte le progressioni di carriera necessarie, sia le nuove assunzioni con i mezzi che già hanno.

    Risposta

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