Il Bilancio 2019 e l’attività della Commissione Bilancio
Nel Novembre scorso, nella fase precedente la predisposizione del Bilancio 2019 dell’Università di Palermo, si è svolto un incontro, aperto a tutta la comunità accademica, nel quale si è discusso delle scelte ritenute più opportune per la crescita dell’Ateneo (il cui resoconto è pubblicato su questo blog). A Bilancio approvato, mi sembra quindi necessario riferire ai colleghi sull’attività che, insieme agli altri consiglieri, è stata portata avanti per cercare di dare risposta alle esigenze emerse in quell’incontro estremamente proficuo e costruttivo.
Per rendere più agevole la lettura dell’articolo, il testo è suddiviso in brevi paragrafi.
1. La proposta di Bilancio inizialmente pervenuta al CdA Si deve prima di tutto rilevare che quest’anno, ancor più dei precedenti, la Commissione Bilancio ha avuto pochissimo tempo per intervenire sulle scelte dell’Ateneo. Il Bilancio è stato, infatti, reso disponibile ai componenti del CdA solo il 7 dicembre e, peraltro, contemporaneamente alla sua trasmissione ai Revisori dei Conti. Trattandosi di una delibera estremamente “tecnica”, in cui ogni modifica si ripercuote su numerose altre voci, ed essendo necessario il parere preventivo dei Revisori sul Bilancio in approvazione, la Commissione di fatto ha potuto lavorare solo per pochissimi giorni (meno di una settimana), dovendosi immediatamente definire un assetto definitivo da trasmettere al Collegio dei Revisori. Il Direttore Generale ha spiegato le ragioni di tale ritardo (per rendere l’idea, nel 2017 era stata trasmessa una bozza ai consiglieri già intorno al 20 novembre), prevalentemente legate ad altre incombenze degli Uffici Amministrativi e alle difficoltà, cui si farà cenno tra poco, di pervenire ad una proposta di conti “in pareggio”. Il Rettore al riguardo ha fortemente sottolineato la necessità che il prossimo anno si proceda con notevole anticipo e spero che a tale indicazione sia dato seguito, per consentire al prossimo CdA, che approverà il Bilancio 2020, di agire con la dovuta attenzione e analiticità, a noi purtroppo in questa occasione sostanzialmente precluse. Entrando nel merito, il Bilancio che è stato proposto al CdA presentava diversi aspetti critici in quanto, per la necessità di pervenire ad un dato in pareggio, erano state “tagliate” o ridotte diverse voci ed in particolare, tra l’altro: non trovava copertura la voce del FFR del 2019; si limitava ad € 550.000 la voce di finanziamento delle supplenze dei ricercatori (la metà dell’importo che si era previsto a regime, pari a 1,1 MLN €/anno); venivano fortemente limitate le manutenzioni ordinarie (1 MLN € in meno); si azzerava il finanziamento del Progetto Mentore. Un aspetto sicuramente positivo nella proposta formulata era invece rappresentato dalle borse di dottorato, il cui numero veniva incrementato a 100.
2. La “mia” ricognizione: maggiori entrate e minori costi per 3,1 MLN € aggiuntivi disponibili Fortemente preoccupato da questo dato di partenza, ho ritenuto in primo luogo necessario verificare, pur nel limitato tempo a disposizione, le voci di ricavo e di costi previste, rilevando che nella predisposizione della proposta non erano state considerate alcune importanti (e certe) voci del Fondo di Finanziamento Ordinario. Non erano stati infatti considerati la copertura dell’una-tantum per i docenti (€ 1.192.000), l’incremento della copertura del Piano Straordinario RTDb del 2018 (circa € 1.100.000), l’aumento dei fondi per le borse post-laurea (poco più di € 300.000), per un ammontare complessivo prossimo a 2,6 MLN €. Nella proposta venivano inoltre non correttamente poste a carico del Bilancio 2019 spese per circa 300.000 € (finanziate invece con i fondi del Dipartimento di Eccellenza già interamente contabilizzati nel 2018 e con residui degli anni passati del Dottorato di Ricerca) e veniva prevista una spesa di quasi 300.000 € per assegni di ricerca (che invece l’Ateneo ormai da anni non finanzia con fondi propri). Questa ricognizione da me condotta, i cui esiti sono stati proposti alla Commissione Bilancio che li ha unanimemente fatti propri, ha consentito di trovare risorse aggiuntive per circa 3,1 MLN € nel 2019. Inoltre, poiché una parte consistente dei ricavi non considerati dagli Uffici era costituita da voci che si manterranno stabili nel tempo, si è resa possibile la correzione in aumento anche per il 2020 e 2021 per un importo prossimo ai 2 MLN € (il Bilancio viene approvato in forma autorizzatoria per il 2019 ed in via solo previsionale per il successivo biennio 2020-21). Si è quindi reso possibile un intervento sui costi del 2019 e del successivo biennio per l’impegno delle maggiori disponibilità accertate.
3. Le proposte della Commissione Bilancio La Commissione Bilancio, acquisite anche una serie di indicazioni del Rettore, ha quindi predisposto una proposta di impegno delle somme resesi disponibili, prevedendo: Inoltre, la Commissione ha unanimemente condiviso la necessità di aumentare in maniera significativa l’impegno per la Programmazione del Personale docente, destinando la quasi totalità dell’ammontare aggiuntivo resosi disponibile per gli anni 2020 e 2021 a due specifici interventi: Il primo intervento è stato ritenuto molto opportuno dalla Commissione anche in considerazione del fatto che con il 2019 si estinguerà la possibilità di fare ricorso alle procedure ex art. 24 e, contemporaneamente, cominceranno ad andare a scadenza le Abilitazioni Scientifiche Nazionali (in particolare, quelle della I tornata). Il secondo intervento è stato invece motivato dalla possibilità di raddoppiare il numero di chiamate a PA e PO previste nel 2019: sarebbero infatti immessi in servizio il prossimo anno i vincitori delle procedure della Programmazione 2018 (1 ottobre 2019) e quelli della Programmazione 2019 (3 mesi dopo). Il vantaggio si estenderebbe anche ai vincitori delle procedure bandite negli anni successivi che, ove la misura fosse mantenuta, entrerebbero anche essi in servizio con nove mesi di anticipo. Inoltre, l’intervento consentirebbe di aumentare del 15% circa i P.O. dei docenti immessi in servizio nel triennio 2017-19, consentendo verosimilmente di coprire l’incremento di spesa con un aumento della voce IRAS3 del Fondo di Finanziamento Ordinario (una voce che pesa oltre 7 MLN € sulla nostra Quota Premiale e che subirebbe per il 2020 un incremento di almeno 1 MLN €).
4. Le proposte approvate dal Consiglio di Amministrazione
Le proposte della Commissione Bilancio sono state discusse con il Rettore che, in particolare, ha pienamente condiviso la proposta di anticipare le chiamate della Programmazione 2019 al 31 dicembre 2019.
E’ tuttavia emersa la necessità di prevedere il finanziamento, almeno in parte, del FFR anche per il 2020 (la parte restante potrà essere finanziata sulle risorse prelevate dall’Ateneo dai progetti di ricerca). Questo ha reso necessario ridurre a soli 3 P.O. (corrispondenti a € 345.000) le risorse aggiuntive per la Programmazione (cioè il Piano straordinario di 10 P.O. proposto dalla Commissione). Poiché però nel 2019 si prevede il finanziamento di numerosi RTD (una trentina di RTDa a carico del PON Nazionale e una ventina di RTDb per il nuovo Piano straordinario RTDb previsto nella Legge di Bilancio 2019), il Rettore ha suggerito che questo possa orientare ad aumentare la percentuale di risorse di Ateneo destinate alla progressioni rispetto a quelle da impegnare per nuovi RTD.
Le scelte sulla programmazione, comunque, verranno assunte con specifiche delibere nei primi mesi del 2019, ferme restando le previsioni già assunte con riferimento all’anticipazione delle chiamate dei PA e PO al 31 dicembre 2019 e all’incremento di 3 P.O. per la Programmazione.
Per il resto, si sono approvate tutte le proposte della Commissione, con piccole variazioni finalizzate al finanziamento di altri interventi che nella proposta originaria non avevano trovato completa copertura.
5. Considerazioni conclusive
Considerando le condizioni in cui la Commissione Bilancio ha dovuto operare (in particolare per la estrema compressione dei tempi disponibili), ritengo che il lavoro svolto dal CdA sia stato nel complesso coerente con le sollecitazioni pervenute dall’incontro di Ateneo sul Bilancio, le cui principali indicazioni (investimento sui dottorati, rafforzamento della Programmazione, interventi per la qualità delle strutture e della didattica in generale) sono state almeno in parte accolte.
Ritengo che l’intervento sulla Programmazione avrebbe potuto essere più coraggioso, approvando la proposta della Commissione di aggiungere 10 P.O. alla Programmazione 2019, anche in considerazione del fatto che il rapporto tra spese di personale ed entrate da FFO e tasse è sceso nel 2018 al 74,97% (dato riferito ad entrate e costi del 2017, in riduzione di quasi il 2% rispetto a quello calcolato nel 2017 su dati 2016). Non posso al riguardo esimermi dal richiamare che nel Marzo 2018 una mia proposta di anticipare al 2018 8 P.O. della Programmazione 2019, proposta fatta propria dalla Commissione Congiunta di SA e CdA presieduta dai proff. Midiri e Dusonchet, è stata respinta sulla base di quanto comunicato dal Direttore Generale che informava che, secondo i calcoli dell’Amministrazione, l’indicatore delle spese di personale “si attesta al momento per il 2018 al 79,37% e … per il 2019 supererà l’80%, nel caso in cui venissero applicate le anticipazioni degli 8 punti organico al 2018” (punto 6 del Verbale del CdA del 28 Marzo 2018). Come più volte da me sottolineato e come confermato anche da questi ultimi dati, le previsioni dei costi del personale dell’Ateneo sono costantemente sovrastimate, portando ad un’eccessiva “prudenza” che non consente di venire completamente incontro alle giuste – e “dimostratamente” sostenibili – aspettative di progressione di carriera del personale docente, con ricadute negative anche sulle entrate dell’Ateneo in quanto il FFO dipende, in parte non trascurabile, dagli investimenti sul personale.
La decisione di “limitare” a soli 3 P.O. l’impegno aggiuntivo sulla Programmazione può comunque essere considerata una scelta condivisibile alla luce delle indicazioni del Rettore sulle modalità di impiego dei Punti Organico di quella programmazione, in particolare con riferimento alla possibilità di privilegiare l’impegno sulle progressioni di carriera a PA e PO (motivata dal consistente numero di RTD aggiuntivi che si prevede vengano finanziati con fondi aggiuntivi).
6. Una proposta per la Programmazione 2019
Credo che la particolarità dell’anno che si sta avviando, l’ultimo in cui sarà possibile fare ricorso alle procedure di chiamata ex art. 24, potrebbe rendere giustificata e opportuna una misura straordinaria, consistente nel prevedere che tali procedure siano computate, in termini di Punti Organico per ciascun Dipartimento, facendo riferimento al costo effettivo piuttosto che a quello teorico di 0,2 P.O. per Associato e 0,3 P.O. per Ordinario (in presenza di più abilitati di un settore in un Dipartimento, si potrebbe prendere in considerazione il valore medio del costo della chiamata o, per maggiore prudenza, il valore massimo). Questo meccanismo consentirebbe di tenere in considerazione la circostanza che, per molti colleghi relativamente “anziani” nel ruolo, la chiamata ha un costo irrisorio o, in qualche caso, perfino nullo. Ragioni di prudenza potrebbero tuttavia suggerire l’individuazione di un valore minimo del costo in termini di P.O., pari ad esempio a 0,1 P.O. per un PO e 0,066 per un PA.
Per rendere evidente la differenza esistente tra il valore “teorico” del costo della chiamata (0,3 P.O. per una progressione da PA a PO e 0,2 P.O. per una progressione da RU a PA, corrispondenti rispettivamente a circa 34.500 €/anno e 23.000 €/anno), si riportano nella seguente tabella gli incrementi effettivi dei costi stipendiali per i diversi inquadramenti (considerando, per maggiore facilità di lettura, solo quelli più frequenti in Ateneo ed in particolare quelli a tempo pieno).
La tabella mostra che in diversi casi il costo della progressione è irrisorio o nullo. Il costo della progressione a PO è infatti nullo a partire dalla 7a classe stipendiale degli associati, mentre quello a PA dalla 5a classe stipendiale dei ricercatori. In tutti questi casi la chiamata si risolve per l’Ateneo in un guadagno “netto”, dal momento che la voce IRAS3 del FFO viene incrementata senza che a questo corrisponda alcun incremento degli oneri stipendiali.
In conclusione, voglio ringraziare nuovamente tutti coloro che sono intervenuti nell’assemblea sul bilancio per i molti interventi interessanti e costruttivi, che sono stati certamente fonte di stimolo sia per me sia, ritengo, per gli altri consiglieri presenti. Auspico quindi che ulteriori confronti possano svolgersi nel prossimo futuro, nella convinzione che una stretta interazione dei rappresentanti negli organi di governo con i colleghi possa consentire un’azione più efficace nell’interesse dell’Ateneo