Un bilancio dell’attività del CdA
Il Consiglio di Amministrazione attualmente in carica si avvia a concludere a breve il proprio secondo anno del mandato triennale. Avendo diffuso nell’aprile 2016 un Documento in cui, durante la fase elettorale, indicavo le priorità della mia futura attività, ritengo opportuno procedere ad un primo bilancio proprio a partire da quel documento.
In primo luogo, tuttavia, ritengo debbano essere anticipate due considerazioni.
La prima riguarda il clima di assoluta condivisione e concordanza di indirizzi che, ritengo di potere affermare, si respira dentro il Consiglio con gli altri colleghi eletti, i componenti esterni ed i rappresentanti degli studenti. Pur nella normale e fisiologica differenza tra le sensibilità di ciascuno, infatti, su tutti i temi di maggiore rilievo si è riusciti a mantenere il confronto su un livello assolutamente positivo e costruttivo, senza lasciare spazio a protagonismi personali e polemiche e, soprattutto, dimenticando tutti le rispettive appartenenze e ponendoci sempre dal punto di vista dell’interesse dell’Ateneo nella sua complessità ed unicità.
La seconda considerazione riguarda il ruolo complessivo del CdA. Sebbene la L. 240/10 attribuisca a tale Organo un ruolo centrale, di indirizzo politico-strategico e di vigilanza, nell’esercizio del ruolo di consigliere ho rapidamente acquisito la consapevolezza di quanto strettamente l’attività del CdA si intersechi con quella dell’amministrazione. Le delibere sono predisposte dagli Uffici, i dati su cui sono costruite sono in loro possesso, l’esecutività di quanto deciso è affidata alla loro azione e questo, nel bene o nel male, incide profondamente sui risultati che si ottengono. Riprenderò questo tema nella successiva analisi dei singoli temi, per evidenziare che su alcuni di questi l’effettiva incidenza del CdA è molto inferiore a quanto immaginassi quando presentai la mia candidatura.
Poiché il documento da me presentato si articolava su QUATTRO TEMATICHE PRINCIPALI, anche in questo bilancio proverò a seguire la stessa struttura.
Il primo tema riguardava la necessità di un “Deciso investimento sul futuro”, nell’ambito del quale indicavo come priorità: a) l’arresto del processo di riduzione del corpo docente; b) l’aumento delle borse di dottorato di ricerca; c) la necessità di dare continuità al finanziamento di Ateneo della ricerca; d) la collaborazione dentro l’Ateneo per rafforzare l’attività progettuale; e) la rimodulazione della contribuzione studentesca; f) le azioni concordate con le istituzioni locali.
Su questi interventi il CdA si è impegnato profondamente, con risultati che ritengo solo parzialmente soddisfacenti. La riduzione del corpo docente, sebbene ancora in atto, si è fortemente rallentata grazie al consistente ingresso di nuovi RTD (molto cresciuti nel numero rispetto agli anni passati) e, elemento importante, si sono costruite le condizioni per il mantenimento in servizio fino al raggiungimento della posizione di professore associato di tutti gli RTDa. Considero inoltre estremamente opportuno l’orientamento assunto di separare l’assegnazione di Punti Organico per posti di professore da quella per RTDa e RTDb, consentendo così a tutti i Dipartimenti di procedere in maniera equilibrata sui due fronti, senza creare inopportune contrapposizioni tra esigenze di carriera dei docenti strutturati ed esigenze di potenziamento legate a nuovi ingressi.
E’ però evidente che, nonostante l’incremento dei Punti Organico disponibili ed il miglioramento complessivo delle condizioni di bilancio (la cui progressiva riduzione si è sostanzialmente fermata), le risorse impegnate per le progressioni di carriera hanno subito una consistente contrazione rispetto agli anni passati. Nel 2015 e nel 2016 erano stati impegnati, rispettivamente, 15,5 e 14 P.O. per concorsi di I e II fascia, mentre tale valore si è ridotto a 11,4 nel 2017, per risalire prevedibilmente (la delibera è ancora da assumere) a poco più di 14 grazie alla attribuzione straordinaria di 10,5 P.O. ricevuti dal MIUR. Come ho evidenziato in Consiglio, ritengo vi fossero le condizioni per un incremento molto più consistente dei Punti Organico e auspico che, quando si tornerà sul tema come concordato, la maggioranza dei componenti del CdA sarà favorevole ad impegnare almeno gli 8 P.O. rimasti sub judice.
Un aspetto molto positivo ritengo invece sia quello relativo al finanziamento della ricerca, che dal 2018 è stato riavviato con risorse a carico del bilancio, già previste per tutto il prossimo triennio (sebbene, per ragioni a me ignote, le relative somme non siano state ancora rese disponibili ai docenti, a quasi tre mesi dalla delibera). Le risorse purtroppo sono molto limitate, ma in questo caso non credo vi fossero le condizioni per prevedere in questa fase impegni più consistenti.
Una particolare attenzione è stata destinata alla contribuzione studentesca, oggetto nel luglio 2016 di una significativa modifica che ha consentito di aumentare le entrate potenziali dell’Ateneo grazie ad una progressività della tassazione molto maggiore. L’introduzione di una vasta area di esenzione introdotta dalla Finanziaria 2017, solo parzialmente bilanciata da un incremento del FFO, ha reso molto più complessa la situazione dell’Ateneo, con effetti che solo nelle prossime settimane potranno essere valutati in maniera completa e che però, auspicabilmente, dovrebbero condurre ad una sostanziale tenuta delle entrate complessive, con una riduzione della contribuzione studentesca bilanciata dall’incremento del FFO relativo alla voce della copertura della no Tax area.
L’aspetto più critico probabilmente rimane al momento il finanziamento delle borse di dottorato, su cui non si è riusciti ancora ad intervenire per la limitatezza delle risorse finanziarie e, ritengo, anche per una certa sottovalutazione dell’importanza delle borse per sostenere la ricerca in Ateneo. L’impegno economico riversato sulla programmazione dei nuovi accessi e sul finanziamento del FFR e dei contratti di insegnamento dei ricercatori ha infatti reso difficile per il 2018 l’individuazione di consistenti risorse aggiuntive per un incremento del numero delle borse anche se ritengo che, come ho sostenuto durante la fase di deliberazione, sarebbe stato possibile aumentare in maniera più consistente il numero di quelle finanziate dall’Ateneo. Sicuramente l’impegno di risorse aggiuntive non è stato favorito dai notevoli oneri, ad oggi prossimi ai 6 MLN €, che l’Ateneo sta sopportando per la revoca totale o parziale di alcuni progetti di ricerca, per i quali è stato però avviato un contenzioso con il MIUR, sul cui esito favorevole credo si possa essere ragionevolmente fiduciosi. E’ in ogni caso auspicabile che la chiusura del bilancio 2017 consenta di rimettere in gioco risorse aggiuntive che, ritengo, dovrebbero essere in parte destinate al finanziamento di ulteriori borse di dottorato.
Il secondo tema affrontato nel documento di indirizzi riguardava l’organizzazione del personale e i regolamenti, particolarmente in relazione alla necessità della semplificazione amministrativa. Si tratta probabilmente dell’ambito che rimane più critico e su cui pochi sono stati finora i passi avanti. Sulla base della conoscenza diretta dei processi, devo oggi ammettere che il documento presentato coglieva poco nel segno degli obiettivi realizzabili, non tenendo adeguatamente in considerazione le reali competenze del CdA rispetto a quelle del Direttore Generale. Sebbene infatti spettino al Consiglio gli indirizzi generali e l’attività di vigilanza, la gestione diretta del personale rimane affidata al DG, il quale soltanto ha gli strumenti per intervenire efficacemente. Un chiaro esempio è rappresentato dalla dotazione di personale dei dipartimenti, che il CdA ha stabilito di potenziare con nuove chiamate e con trasferimenti dalle strutture centrali, non avendo però né gli strumenti di conoscenza né quelli operativi né tantomeno le competenze statutarie per entrare nel merito delle singole scelte della Direzione Generale. Analoga considerazione si deve svolgere riguardo ai temi della qualificazione del personale e dei rapporti sindacali, su cui nei fatti il CdA, oltre a prevedere in bilancio le somme necessarie, ben poco può fare direttamente.
Solo parzialmente diversa è la questione della semplificazione amministrativa. Il primo aspetto che deve essere evidenziato è che la complessità delle regole, che tutti quotidianamente subiamo nel nostro lavoro, deriva principalmente dalle normative nazionali, che peraltro ultimamente si sono ulteriormente complicate anche in seguito agli interventi dell’ANAC ai fini della prevenzione della corruzione. Il secondo aspetto che limita fortemente le possibilità di intervento di un organo di indirizzo politico-strategico come il CdA è che i regolamenti hanno nei fatti un’incidenza limitata sulla semplificazione, dal momento che poi sono gli uffici a predisporre i moduli, a definire le procedure di dettaglio, a interloquire con gli utenti, in alcuni casi introducendo complicazioni che i regolamenti avrebbero consentito di evitare.
In definitiva, su questo tema non posso che riconoscere che le mie aspettative su quello che si sarebbe potuto fare sono state fino ad oggi fortemente deluse. Continuo a considerare essenziale il tema e quindi, con tutti i limiti dell’azione del CdA di cui oggi sono maggiormente consapevole, concentrerò la più attenta azione nei prossimi mesi di attività.
Il terzo tema era rappresentato nel documento dalla esigenza della “Trasparenza ed inclusività dei processi decisionali”, rispetto alle quali indicavo una serie di interventi che, ove introdotti, avrebbero potuto migliorare l’efficienza dell’attività dell’Ateneo. Come credo sia noto, cerco di dare il mio contributo al tema attraverso la diffusione dei resoconti informali delle sedute e la discussione su questo blog dei temi che ritengo di maggiore interesse. Questi strumenti, spero apprezzati e ritenuti utili dai colleghi, costituiscono per me una straordinaria opportunità per interloquire direttamente con la comunità universitaria, sia per cercare di rappresentare compiutamente il contesto all’interno del quale sono maturate le decisioni, sia per ricevere commenti e suggerimenti sull’attività svolta. Come ho recentemente discusso in qualche intervento sul blog, credo si debba però fare ancora molta strada per la diffusione di un ampio dibattito in Ateneo sulle linee strategiche dell’attività degli Organi di Governo, soprattutto nelle fasi precedenti l’assunzione delle delibere. In particolare, mi pare ancora pienamente valida l’esigenza che manifestavo nel documento di indirizzi secondo la quale “le scelte più rilevanti (assegnazione dei Punti Organico ai Dipartimenti, programmazione dell’offerta formativa, piani strategici, sistemi di valutazione interni, etc.) devono essere programmate ed istruite in tempo utile per evitare la continua rincorsa delle emergenze e consentire così di trovare forme e tempi per un pieno ed effettivo coinvolgimento di tutto l’Ateneo”. Poiché lo stesso CdA viene investito delle decisioni solo a valle delle attività istruttorie, spesso eccessivamente lunghe, degli uffici, ritengo che si debbano trovare gli strumenti per avviare dibattiti in Ateneo sui temi più importanti con adeguato anticipo, sganciandosi dalle tempistiche legate alla fase di assunzione delle delibere. Un intervento che intendo proporre nelle prossime settimane è, al riguardo, l’accesso di tutti i colleghi dell’Ateneo alle pratiche istruite degli uffici e alle relative proposte di delibera, fatti salvi gli eventuali problemi legati alla privacy. Una scelta di questo tipo è stata recentemente assunta dall’Università di Bologna e quindi ritengo possa essere applicata senza particolari difficoltà anche al nostro Ateneo, consentendo a tutti i colleghi di acquisire maggiore consapevolezza sulle delibere assunte e di fare pervenire ai propri rappresentanti in SA e CdA eventuali suggerimenti e indicazioni prima dell’approvazione.
Con riferimento all’ultimo tema, “Regole concordate ex ante e basate su verifiche dei miglioramenti di ogni struttura” penso di potere evitare di soffermarmi a lungo, avendo trattato in un recente intervento su questo blog il problema delle regole e degli strumenti per migliorare l’attività di una struttura universitaria. Ritengo che il CdA in questi mesi abbia operato in maniera molto coerente con quanto auspicavo nel documento, limitando al massimo il ricorso ad algoritmi (e comunque mantenendoli su un piano di generale comprensibilità), e soprattutto definendo le regole a priori e non a posteriori (in particolare, ad esempio nel caso della Programmazione dei Punti Organico da assegnare ai Dipartimenti), evitando di ricorrere a “fotografie” dell’esistente e valorizzando invece i miglioramenti. Ritengo che questi interventi siano stati complessivamente corretti ed equilibrati, ma, come meglio argomentato nel richiamato intervento sul blog, temo che tutto questo contribuirà poco al miglioramento dell’attività dell’Ateneo, se non accompagnato da un forte impegno per il rafforzamento delle “motivazioni” del personale docente e TAB dell’Ateneo.
Spero che queste mie considerazioni possano dare un quadro sufficientemente completo, per quanto estremamente sintetico, dell’attività svolta in CdA e che, anche a partire da queste riflessioni, possano pervenirmi suggerimenti e indicazioni per l’attività futura, di cui sarò a tutti estremamente grato.
Link:
Documento su Idee guida per l’attività del Consiglio di Amministrazione
Articolo su “Come migliorare?“