Dati complessivi su Docenti di Riferimento

A completamento del precedente post sulla Docenza di Riferimento in Ateneo, da cui risulta che esiste ancora un’elevata percentuale di docenti non impiegati con questo ruolo, pubblichiamo la Tabella con i dati relativi alle singole Aree CUN (per le aree 08 e 11 si sono usati i simboli ‘b’ e ‘nb’ per indicare, rispettivamente, i SSD bibliometrici e quelli non bibliometrici).

Si evidenzia che le aree 07 – Scienze Agrarie e Veterinarie e 12 – Scienze Giuridiche (celle evidenziate in rosso nella tabella) hanno percentuali di docenti NON impiegati come DdR superiori al 30% (addirittura 37% per l’area 07) e che altre 8 aree (TUTTE quelle scientifiche ad eccezione di Scienze della Terra, Scienze Mediche, Architettura e TUTTA l’Area Umanistica non bibliometrica, celle evidenziate in arancione nella tabella) hanno percentuali comprese tra il 20% e il 30%. Nessuna Area dell’Ateneo presenta percentuali di impiego superiori al 90%.

Questi risultati possono indurre ad una maggiore attenzione nell’impiego dei docenti nelle aree prima indicate, che potrebbe essere conseguito attraverso l’attivazione di nuovi CdS o, ove presenti, all’innalzamento dei numeri programmati. Ove il ridotto impiego sia dovuto ad un’eccessiva percentuale di Ricercatori rispetto ai Professori (si ricorda che esistono limiti al numero di Ricercatori che possono essere impiegati come DdR in ciascun Cds), si dovrebbe porre massima attenzione in fase di programmazione, favorendo principalmente il passaggio dei Ricercatori alla fascia degli Associati.

Non è inopportuno, probabilmente, sottolineare che un migliore impiego dei docenti nella programmazione dell’Offerta Didattica permetterebbe di incrementare il numero di studenti dell’Ateneo e, quindi, anche le entrate finanziarie (sia in termini di Tasse Studentesche sia, soprattutto, in termini della quota di FFO basata sul Costo Standard), con notevole vantaggio per l’intero Ateneo.

Area CUN Docenti Docenti
Non DdR
Percentuale
Non DdR
01 56 12 21,4
02 51 12 23,5
03 78 19,5 25,0
04 28 3 10,7
05 145 35,5 24,5
06 264 56 21,2
07 105 39,5 37,6
08 b 54 7 13,0
08 nb 76 17,5 23,0
09 147 24 16,3
10 122 29,5 24,2
11 b 44 7 15,9
11 nb 73 16,5 22,6
12 140 45,5 32,5
13 89 14 15,7
14 35 5,5 15,7
Totale 1507 344 22,8

2 pensieri riguardo “Dati complessivi su Docenti di Riferimento

  • 14 Ottobre, 2017 in 12:44 pm
    Permalink

    Caro Enrico, analizzando i dati sui singoli docenti che non sono di riferimento, ho notato che 152 su 263 sono RU o RTDA ovvero il 57,8%. Faccio presente che il RU non ha neanche l’obbligo di docenza e l’RDTA ha un contratto a termine e dal mio punto di vista non andrebbe inserito per una serie di ragioni di opportunità. In ogni caso la proporzione richiesta tra Professori e Ricercatori nella docenza di riferimento talvolta esclude entrambe le tipologie. Inoltre, spesso coloro che insegnano in “corsi di servizio” di vario genere non vengono inseriti come docenti di riferimento, perché di SSD “esterni” ai dipartimenti di riferimento dei CDS.
    Quindi, condivido che è necessario incentivare il passaggio da ricercatori ad associati e che è necessario pagare le supplenze ai ricercatori TI (almeno da un certo numero di CFU in poi, così fanno la maggior parte degli Atenei italiani). Inoltre, è necessario garantire agli RTDA (“meritevoli” capite cosa intendo) il rinnovo ed il “passaggio” ad un contratto di RTDB. Solo in questo modo i singoli docenti si sentiranno coinvolti in un progetto reale di Ateneo!!! Da troppi anni ci si è sentiti dire (e neanche sempre…) un grazie!!!!
    Un caro saluto
    Cinzia

    Risposta
    • 14 Ottobre, 2017 in 1:39 pm
      Permalink

      Cara Cinzia,
      ho ripetuto in diversi passaggi, in questo ed in altri post, che i ricercatori non hanno obblighi di didattica. Tuttavia, molti tra loro svolgono attività di didattica frontale ed in questo caso non vedo perché non dovrebbero essere inseriti come docenti di riferimento (come infatti avviene comunemente…). Per gli RTDa, non vedo le ragioni di “inopportunità” dell’inserimento come docenti di riferimento. I DdR sono indicati sulla “didattica erogata”, non su quella programmata, per cui, finché sono in servizio, gli RTDa sono docenti dell’Ateneo a pieno titolo e non c’è motivo di non includerli. Aggiungo che la possibilità di inserire gli RTDa come DdR costituisce una forte motivazione per l’Ateneo di incrementarne il numero e quindi non faresti loro un buon servizio se li escludessi da questo ruolo. Avere più docenti di riferimento significa potere immatricolare più studenti (io spererei di riuscire ad eliminare del tutto i numeri programmati…) e quindi avere maggiori risorse e potere consentire a TUTTI questi ricercatori di diventare RTDb e subito dopo Professori Associati (come secondo me deve diventare fisiologico, limitando a casi rarissimi quello di un RTDa che interrompe, non volontariamente, il proprio percorso dentro l’università).
      Sul pagamento della didattica ai ricercatori, ho già detto che ritengo sia venuto il momento di riprendere seriamente il discorso e trovare una soluzione compatibile con le esigenze finanziarie, ma rispettosa dell’impegno di ciascuno.
      Grazie per le tue considerazioni.

      Risposta

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Scroll Up